CASSIERA" SI', "AVVOCATA" NO?

Zambianchi, Laura Delfina and Davies, Richard orcid iconORCID: 0000-0002-7910-8959 (2022) CASSIERA" SI', "AVVOCATA" NO? LinguaInAzione-ILSA Italiano L2 (LIA) . pp. 29-39.

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Abstract

La lingua è evolutiva, porta l’impronta del passato mentre cerca di riflettere le esigenze comunicative, sociali e politiche di chi parla. In relazione a ciò, si è avvertita la necessità di porre l’accento e riflettere sui cambiamenti sociali con riferimento ai ruoli di genere e, più recentemente, alle identità non binarie e trans. Le decisioni sull’uso della lingua sono, in questi casi, nettamente politiche, personalmente e socialmente. Nelle lingue che non assegnano un genere ai sostantivi (il nostro esempio in questa sede è l’inglese britannico) tutto ciò ha implicazioni limitate, mentre per le lingue come l’italiano le conseguenze linguistiche sono più complesse. In questo articolo ci concentriamo su un piccolo campione di parlanti italiano che si identificano come donne e che hanno la stessa identità di genere che avevano alla nascita. Ogni partecipante ha un titolo professionale distinto che in italiano può essere declinato sia al maschile, sia al femminile (o quantomeno esiste la possibilità di sostituire l’articolo determinativo con il corrispondente articolo femminile) e con il quale vanno fatti poi concordare gli altri elementi dell’enunciato.

Attingendo alle esperienze di uso della lingua nel Regno Unito e in Italia di chi scrive, questo articolo esplora le tensioni che le questioni emergenti di genere e identità di genere creano per i gruppi linguistici italofoni e anglofoni, argomentando che vi è una lenta evoluzione nell’uso, ma che spesso ciò dipende dalla perseveranza di gruppi «minoritari». Nell’inglese britannico diverse forme linguistiche possono coesistere con relativa facilità. Per esempio, le persone che si identificano come non-binarie si sono potute appropriare della parola «they» come pronome di III persona singolare, insieme al suo uso più tradizionale di pronome di III persona plurale. Eppure, vi sono state nuove richieste per un approccio più sistematico all’uso dei pronomi e, nella vita accademica e professionale, è ormai consuetudine radicata specificare il pronome con il quale si vuole essere indicati/e.


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